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Macro Asilo – Museo d’Arte Contemporanea di Roma

  • Immagine del redattore: Davide Pandolfo
    Davide Pandolfo
  • 12 mag 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Michele Sambin - Il tempo consuma




Considerato dagli addetti ai lavori uno dei pionieri del Performing Media, Michele Sambin è una delle figure che maggiormente ha influenzato e indirizzato questo campo di ricerca che trova origine nell’ambito delle culture digitali, dell’arte interattiva e della cyberperformance. Regista, musicista e pittore, Michele Sambin conduce una ricerca che ha come tema principale il rapporto tra immagine e suono. Fin dai primi anni '70 si dedica alla sperimentazione e alla contaminazione tra le varie arti, in particolar modo rivolgendo il proprio interesse alle sue due principali passioni: musica e pittura. Per non rinunciare a nessuna di esse bisognava innanzitutto creare nuove forme, trasformando una tecnologia, quella del videotape, in linguaggio.





Il tempo consuma, uno dei primi esperimenti di video-loop su bobina da Michele Sambin, realizzato nel 1978 con la collaborazione di Andrea Varisco, incarna alla perfezione quell’idea di fusione tra immagine e suono che rappresenta il fulcro della ricerca dell’artista.

Partendo dalla volontà di applicare la tecnica audio del loop all’immagine elettronica, Sambin scandisce una frase nel tempo con un movimento simile a quello di un “metronomo umano”. Una serie di sovrapposizioni cicliche che creano un’accelerazione del deterioramento dell’immagine e del suono. In pochi minuti, parole e movimenti si trasformano assumendo un significato totalmente nuovo e diverso. Il video come accelerazione della realtà.








 
 
 

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